L’acne vulgaris è l’ottava malattia più diffusa e colpisce circa il 9,4% della popolazione mondiale. In Italia si stima che ne siano affetti il 30-40% dei giovani, tra i 15 e i 20 anni (con un 3% di casi gravi). Anche se più comune negli adolescenti, l’acne può iniziare nei bambini più piccoli e persistere anche durante l’età adulta. Colpendo soprattutto gli adolescenti, l’acne è associata spesso ad effetti psicosociali significativi – soprattutto l’auto-percezione negativa ed una riduzione dell’ autostima – e ad una riduzione delle interazioni sociali; in sostanza, un peggioramento della qualità generale della vita.
E’ una malattia multifattoriale, quindi, l’inizio e la progressione della malattia possono essere condizionati da un’interazione di molti fattori compreso lo stress, gli ormoni e la dieta. Da un punto di vista fisiopatologico, l’acne è una malattia infiammatoria che compromette l’equilibrio dell’ unità pilosebacea: iperproduzione di sebo, anomalie della differenziazione e della proliferazione dell’epitelio infundibulare e proliferazione di un batterio anaerobico, il Cutibacterium acnes.
Terapia
La gestione dell’ acne comprende trattamenti topici e sistemici. Un retinoide come la tretinoina e un antibiotico come l’eritromicina sono prescritti comunemente come agenti comedolitici, antisettici e antinfiammatori. Le formulazioni da banco che contengono l’acido salicilico ed il perossido di benzoile vengono usate come agenti battericidi per trattare forme di media gravità.
Il trattamento sistematico dell’acne include principalmente gli antibiotici della famiglia della tetraciclina (minociclina e dossiciclina). Questi antibiotici orali sono prescritti comunemente per un acne da moderata a severa. Nei pazienti con acne molto severa in cui gli antibiotici non sono più efficaci, la tretinoina orale è spesso prescritta per controllare la presenza di C. acnes e per ridurre la produzione di sebo e l’infiammazione. Inoltre, i contraccettivi orali, come quelli con basso contenuto di estrogeni, possono anche essere prescritti nel caso di acne persistente, per i loro effetti anti-androgeni. Tuttavia, ci sono limitazioni significative a questi trattamenti convenzionali, come la bassa aderenza del paziente alle terapie e gli effetti collaterali. I retinoidi topici possono irritare la pelle, con effetti collaterali tra cui bruciore, secchezza, prurito e arrossamento. Inoltre, l’uso a lungo termine di antibiotici orali può portare a resistenza antibiotica batterica, oltre che a disbiosi intestinale. Per quanto riguarda la tretinoina, generalmente considerata sicura, è noto che questa molecola può avere un effetto embriotossico e teratogeno. Questi potenziali effetti collaterali negativi dei farmaci e i risultati non sempre soddisfacenti, possono scoraggiare i pazienti dall’iniziare o continuare una terapia per l’acne, e spingono i ricercatori a trovare sempre nuove strade, anche nel campo di farmaci naturali meno tossici
CBD e acne
- In uno studio è stati valutato l’effetto del cannabidiolo (CBD), cannabinoide non stupefacente della Cannabis sativa, sulle ghiandole sebacee umane, utilizzando sebociti immortalizzati, posti in condizioni simili all’acne (pretrattati con sostante infiammatore come l’acido arachidonico, acido linoleico e il testosterone). ll CBD ha dimostrato di inibire i mediatori dell’infiammazione, come il TNF-α, l’ IL-1beta, IL-6. I risultati di questo studio, dimostrerebbero il notevole potenziale antinfiammatorio e seboregolatore del CBD.
- In un altro studio è stato testato un estratto di semi di canapa, sempre in un modello cellulare (linea cheratinocitica umana). L’estratto è stato in grado di ridurre l’infiammazione indotta da C. acnes e di ridurre l’espressione dei mediatori dell’infiammazione, come l’IL-1beta e IL-8, e la sovrapproduzione di ossido nitrico.
- In uno studio sull’uomo, si è voluto valutare la sicurezza e l’efficacia degli estratti di semi di cannabis per l’acne, utilizzando una crema al 3%, nel caso di arrossamento della pelle indotto dall’infiammazione acneica. I cambiamenti nell’eritema cutaneo sono stati misurati ogni 2 settimane per un totale di 12 settimane. La crema ha ridotto significativamente l’eritema dopo 12 settimane di applicazioni. Inoltre, il trattamento si è dimostrato sicuro, ben tollerato e anallergico.
Conclusioni
I numerosi studi fino ad ora condotti sul CBD, mostrano un notevole potenziale terapeutico di questo cannabinoide nelle patologie immunologiche, neurodegenerative, tumorali, cardiovascolari e dermatologiche, grazie alla sua azione antinfiammatoria e immunomodulatrice. Per quanto riguarda l’acne, sono necessari studi umani su larga scala, che potrebbero anche definire l’esatta modalità di somministrazione. In conclusione, il CBD può essere utile come trattamento anti-infiammatorio adiuvante per l’acne.
Bibliografia
- Peyravian N. et al. The Anti-Inflammatory Effects of Cannabidiol (CBD) on AcneJournal of Inflammation Research 2022:15 2795–2801
Dr Francesco Perugini Billi©copyright