L’uso della cannabis medicinale per la gestione dell’ipertensione ha attirato l’interesse della comunità scientifica, ma la relazione tra cannabis e pressione arteriosa è complessa e non del tutto chiarita. Gli effetti della cannabis sulla pressione sanguigna dipendono dai suoi componenti attivi, come il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD), e possono variare in base alla dose, alla modalità di somministrazione e alle condizioni di salute del paziente. Mentre alcuni studi suggeriscono che la cannabis potrebbe avere potenziali benefici nel ridurre la pressione arteriosa in certi contesti, altri mettono in evidenza effetti avversi, specialmente nei soggetti anziani e in quelli con malattie cardiovascolari preesistenti.
Meccanismi di Azione della Cannabis sulla Pressione Arteriosa
- Effetti del THC sulla pressione arteriosa
- Il THC ha un effetto bifasico sulla pressione arteriosa: a basse dosi, può causare un aumento temporaneo della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa a causa dell’attivazione del sistema nervoso simpatico, seguito da una fase di vasodilatazione e riduzione della pressione arteriosa. A dosi più elevate, tuttavia, il THC può indurre una riduzione della pressione arteriosa attraverso una maggiore vasodilatazione.
- L’effetto acuto di aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa è particolarmente rilevante nei soggetti non abituali all’uso di cannabis e può rappresentare un rischio per chi soffre di malattie cardiache.
- Effetti del CBD sulla pressione arteriosa
- Il CBD è noto per avere effetti ansiolitici e vasodilatatori, che possono contribuire a ridurre la pressione arteriosa, specialmente in situazioni di stress. Diversi studi hanno mostrato che il CBD può influenzare positivamente il sistema cardiovascolare, riducendo l’ansia e migliorando la risposta allo stress, con conseguente abbassamento della pressione sanguigna.
- Uno studio ha mostrato che una dose singola di CBD è in grado di ridurre la pressione sanguigna a riposo e la risposta ipertensiva allo stress in soggetti sani. Gli autori suggeriscono che questo effetto è dovuto alla capacità del CBD di attenuare la risposta del sistema nervoso simpatico e di indurre vasodilatazione attraverso meccanismi come l’attivazione dei recettori TRPV1 e 5-HT1A.
- Modulazione del Sistema Endocannabinoide e Effetti Vascolari
- Il sistema endocannabinoide (ECS), che include i recettori CB1 e CB2, svolge un ruolo importante nella regolazione della pressione arteriosa e della funzione cardiovascolare. I recettori CB1, presenti nel sistema nervoso centrale e nelle cellule endoteliali, possono influenzare la vasodilatazione quando attivati. Tuttavia, un’eccessiva attivazione dei recettori CB1 può portare a ipotensione.
- Al contrario, i recettori CB2, presenti principalmente nelle cellule del sistema immunitario, possono modulare l’infiammazione vascolare e contribuire alla protezione contro l’aterosclerosi.
- La modulazione del sistema endocannabinoide tramite cannabinoidi endogeni e fitocannabinoidi, come il CBD, può quindi influenzare la funzione endoteliale e il tono vascolare.
Evidenze Cliniche e Studi sull’Uso della Cannabis nella Gestione dell’Ipertensione
- Studi sugli effetti del CBD e del THC nella riduzione della pressione sanguigna
- Alcune ricerche suggeriscono che il CBD potrebbe essere utile nella gestione della pressione alta, specialmente in soggetti che sperimentano ipertensione indotta da ansia o stress.
- Il CBD ha anche mostrato effetti benefici su parametri cardiovascolari come la rigidità arteriosa e la funzione endoteliale, che sono importanti nella gestione della pressione arteriosa e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
- Uno studio israeliano ha valutato l’effetto antipertensivo della cannabis (CDB/THC) in paziente di 60 anni e oltre. Sono state eseguite le seguenti valutazioni: 24 ore di monitoraggio della pressione arteriosa ambulatoriale, ECG, esami del sangue e misurazioni antropometriche prima dell’inizio della terapia con cannabis e 3 mesi dopo. Il risultato primario era un cambiamento della pressione sanguigna media 24 ore dopo 3 mesi. I risultati ottenuti hanno dimostrato che l’assunzione regolare di cannabis medicinale per 3 mesi era associata ad una riduzione della pressione sanguigna, sia diastolica che sistolica e ad una riduzione della frequenza cardiaca. Il nadir di pressione (il valore più basso) veniva raggiunto dopo 3 ore dal trattamento con cannabis. Risultati decisamente promettenti.
- Effetti Contrari nei Pazienti con Malattie Cardiovascolari
- Sebbene alcuni studi indichino che il CBD può avere effetti positivi sulla pressione arteriosa, altre ricerche hanno sollevato preoccupazioni sugli effetti del THC e della cannabis su soggetti con malattie cardiovascolari preesistenti.
- Il THC può causare un aumento della frequenza cardiaca e un picco temporaneo della pressione sanguigna, seguito da una fase di ipotensione. Questo può rappresentare un rischio in pazienti anziani o in quelli con malattie cardiache, come aritmie o insufficienza cardiaca.
- L’uso di cannabis con alte concentrazioni di THC in individui con malattie cardiovascolari deve essere attentamente monitorato, considerando i potenziali rischi di eventi avversi.
Considerazioni Cliniche e Rischi
- Benefici Potenziali vs. Rischi
- La cannabis medicinale, in particolare il CBD, può offrire benefici potenziali per la gestione della pressione arteriosa, specialmente quando l’ipertensione è associata a stress e ansia. Tuttavia, i rischi potenziali legati al THC e agli effetti acuti sulla pressione devono essere considerati.
- L’uso di formulazioni a base di CBD isolate o a basso contenuto di THC può rappresentare una scelta più sicura per i pazienti con ipertensione, specialmente in quelli che presentano fattori di rischio cardiovascolare.
- Necessità di Ulteriori Studi Clinici
- La ricerca attuale sul ruolo della cannabis medicinale nella gestione dell’ipertensione è ancora limitata, e sono necessari ulteriori studi clinici per chiarire l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di queste terapie.
NB: è importante che l’uso di cannabis medicinale per la gestione della pressione arteriosa sia supervisionato da un medico, che possa monitorare la risposta del paziente al trattamento e apportare le necessarie regolazioni.
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Dr Francesco Perugini Billi©copyright