Meccanismi di Interazione tra Cioccolato e Anandamide
- Composti Lipidici nel Cioccolato
- Il cioccolato contiene composti lipidici come la N-linoleoil-etanolamina e la N-oleoil-etanolamina, che sono chimicamente simili all’anandamide e agiscono come inibitori dell’enzima FAAH. Questo enzima è responsabile della degradazione dell’anandamide nel corpo.
- Inibendo la FAAH, questi composti permettono all’anandamide prodotta naturalmente dal corpo di persistere più a lungo, potenziando gli effetti legati alla sua attività sui recettori CB1 nel cervello. Questo può contribuire a una sensazione di benessere e a un effetto
- Teobromina e Effetto Sinergico
- La teobromina, un alcaloide presente nel cacao, non ha un effetto diretto sull’anandamide, ma contribuisce all’effetto generale del cioccolato sul sistema nervoso centrale. La teobromina ha proprietà stimolanti simili alla caffeina, ma più delicate, e può aumentare la sensazione di benessere e vigilanza.
- In combinazione con la N-linoleoil-etanolamina e la N-oleoil-etanolamina, la teobromina potrebbe amplificare la sensazione di piacere associata al consumo di cioccolato, sebbene non influenzi direttamente i livelli di anandamide.
Effetti del Cioccolato sui Livelli di Anandamide
- Aumento Indiretto dei Livelli di Anandamide
- Sebbene il cioccolato non contenga anandamide direttamente, la presenza dei composti che inibiscono la FAAH aiuta a prolungare l’azione dell’anandamide già presente nel corpo. Questo significa che, in seguito al consumo di cioccolato, l’anandamide potrebbe essere degradata meno rapidamente, mantenendo attivi i suoi effetti rilassanti e ansiolitici.
- Gli effetti variano a seconda della quantità di cacao presente nel cioccolato. Il cioccolato fondente, contenendo una percentuale più alta di cacao rispetto al cioccolato al latte, offre una concentrazione maggiore di questi composti e, quindi, un potenziale effetto più significativo sui livelli di anandamide.
- Sensazione di Benessere e Riduzione dello Stress
- Il consumo di cioccolato, grazie alla sua azione sull’anandamide, può avere un effetto positivo sull’umore e sulla riduzione dello stress. Questo effetto è legato all’attivazione dei recettori CB1 nel sistema nervoso centrale, che è associata alla regolazione dell’ansia e della risposta allo stress.
- Il cioccolato è spesso considerato un alimento “comfort” proprio per questa ragione, poiché i suoi effetti sul sistema endocannabinoide, combinati con il piacere gustativo, possono contribuire a un effetto rilassante e alla riduzione della percezione dello stress
Considerazioni Cliniche e Limiti
- Moderazione nel Consumo
- Sebbene il cioccolato possa influenzare positivamente i livelli di anandamide e migliorare il benessere, è importante consumarlo con moderazione, specialmente per evitare l’eccesso di zuccheri e grassi saturi presenti in alcune varianti di cioccolato.
- I benefici relativi all’anandamide sono maggiori nel cioccolato fondente ( sopra il 70%) che ha una concentrazione più alta di cacao e una minore quantità di zucchero rispetto al cioccolato al latte.
- Necessità di Ulteriori Ricerche
- La maggior parte delle ricerche sull’interazione tra cioccolato e anandamide si basa su studi preclinici e in vitro. Sebbene ci siano prove del potenziale del cioccolato nel modulare l’attività del sistema endocannabinoide, sono necessari ulteriori studi clinici per confermare questi effetti sull’uomo e per determinare la portata e la durata dell’influenza del cioccolato sui livelli di anandamide.
Conclusioni
Il cioccolato, soprattutto quello fondente, contiene composti che possono inibire la degradazione dell’anandamide, aumentando indirettamente i suoi livelli nel corpo. Questi composti agiscono principalmente attraverso l’inibizione dell’enzima FAAH, permettendo all’anandamide di esercitare più a lungo i suoi effetti benefici sui recettori endocannabinoidi, contribuendo a una sensazione di rilassamento e benessere. Tuttavia, è importante considerare che, nonostante i potenziali benefici, il consumo di cioccolato dovrebbe essere bilanciato all’interno di una dieta sana.
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Dr Francesco Perugini Billi©copyright