Una delle metodiche per assumere la cannabis medicinale è l’inalazione. Questa via viene preferita nel caso si voglia ottenere un effetto immediato. Il medico esperto in terapia con la cannabis sconsiglierà sempre l’inalazione tramite sigaretta/spinello e raccomanderà invece l’utilizzazione di un vaporizzatore medicale dedicato a questo tipo di terapia.
- Differenze
- Fumare la cannabis: è sempre una pratica rischiosa. La combustione avviene generalmente a temperature tra 600°C e 900°C, e a queste temperature l’erba rilascia, oltre ai cannabinoidi, il monossido di carbonio, l’acetaldeide, l’ammoniaca, le nitrosammine e gli idrocarburi policiclici aromatici, potenzialmente cancerogeni. Molti terpeni vengono ossidati. Se poi alla cannabis si aggiunge il tabacco, la produzione di sostanze cancerogene aumenta sensibilmente. Inoltre il fumo irrita le vie respiratorie e predispone maggiormente a malattie, acute e croniche, delle vie respiratorie.
- Vaporizzare la cannabis: nella vaporizzazione, la cannabis viene riscaldata a temperature inferiori (150°C – 220°C), sufficienti per rilasciare cannabinoidi e terpeni senza innescare la combustione. In questo modo, vengono prodotte poche sostanze cancerogene e decisamente minore è l’effetto irritativo sulle vie respiratorie. In uno studio che ha coinvolto 6.883 utilizzatori di cannabis, si è visto che coloro che utilizzavano il vaporizzatore avevano meno sintomi respiratori, quali tosse, broncospasmo, dispnea e produzione di muco, rispetto ai fumatori.
- Biodisponibilità e Effetti
- Fumare: la biodisponibilità del THC quando viene fumato è generalmente tra il 10% e il 25%, con un effetto quasi immediato. Gli effetti si manifestano in pochi minuti e possono durare da 1 a 3,5 ore. La combustione degrada alcuni cannabinoidi, influenzando il profilo degli effetti.
- Vaporizzare: la vaporizzazione offre una biodisponibilità simile o leggermente superiore (10-56%) poiché mantiene intatti una maggiore varietà di composti cannabinoidi . La capacità di controllare la temperatura permette di variare il profilo di cannabinoidi inalati, potendo anche modificare l’intensità degli effetti.
Conclusioni
La vaporizzazione è generalmente considerata più sicura rispetto alla combustione, grazie alla minore produzione di sottoprodotti nocivi. Essa offre inoltre un’esperienza sensoriale più fedele e un controllo maggiore sugli effetti percepiti.
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Dr Francesco Perugini Billi©copyright