La cannabis è una pianta molto complessa, in grado di produrre oltre 480 sostanze chimiche. Non si tratta solo di cannabinoidi, ma di altri metaboliti secondari, che possiamo raggruppare in sei classi: terpenoidi, flavonoidi, stilbenoidi, alcaloidi, fitosteroli e lignani. Gli effetti terapeutici di questi composti secondari sono in generale ampi: antinfiammatori, antitumorali, neuroprotettivi, cardioprotettivi, antiossidanti, pro-apoptotici e antimicrobici. Insieme ai cannabinoidi, concorrono all’effetto “entourage” della cannabis, cioè ad un effetto terapeutico derivato dal concerto sinergico di più componenti dove il risultato finale supera la somma dell’azione dei singoli componenti.
Di questi metaboliti secondari, i terpeni sono tra quelli che hanno ricevuto la maggiore attenzione da parte dei ricercatori.
Sono presenti in forma di olii volatili e sono responsabili del tipico odore aromatico della cannabis, considerato che i cannabinoidi come il CBD e il THC non hanno nessun odore. Sono lipofili e facilmente superano la barriera ematoencefalica. Pare che i terpeni facilitino l’accesso dei fitocannabinoidi nel sistema nervoso centrale. Svolgono i loro effetti terapeutici anche a basse concentrazioni.
Nella cannabis ce ne sono oltre 200, sebbene solo pochi sono presenti in quantità significative. Vengono prodotti dalla pianta a livello degli stessi tricomi dove sono prodotti anche i cannabinoidi. Nei fiori essiccati costituiscono lo 0,05-3,5% del peso. La presenza di terpeni, può indirizzare l’effetto di una preparazione a base di cannabinoidi, per esempio, un effetto più sonnifero, ansiolitico, analgesico.
I terpeni si dividono in due classi:
monoterpeni – che includono il limonene, ß-mircene, α– e beta pinene, d-linalolo e costituiscono il grosso dei terpeni della cannabis (3-28mg/g peso secco)
sesquiterpeni – che includono il ß -cariofillene e l’α–-umulene e costituiscono la restante parte dei terpeni.
I meccanismi di azione dei terpeni è vario e includono interazioni con: recettori dei neurotrasmettitori, recettori delle proteine G, canali ionici dei muscoli e dei neuroni, enzimi, membrane cellulari e altri sistemi segnale secondari. L’azione antibatterica agisce tramite la dissoluzione e la permeabilizzazione delle membrane batteriche.
I sette terpeni più importanti presenti nella cannabis
α- PINENE – è il terpene più comune che si trova in natura. Ha un aroma che ricorda l’odore del pino. Inibisce le citochine infiammatorie come l’IL1-ß e l’espressione di geni infiammatori e catabolici, svolgendo così un’azione antinfiammatoria e anticatabolica. Inibisce anche la prostaglandina PGE-1 ed esplica in questo modo un’azione antiossidante e anticancerogena, oltre che antinfiammatoria. Promuove l’attenzione mentale e potenzia la memoria, perché inibisce l’acetilcolinesterasi e quindi aumenta l’attività colinergica. Negli studi preclinici ha mostrato effetti gastroprotettivi, analgesici, antimicrobici e broncodilatatori.
Effetto entourage: l’α-pinene supera facilmente la barriera ematoencefalica, protegge i livelli di acetilcolina e pertanto previene l’effetto di perdita di memoria causato dal THC. Ha una certa sinergia con i fitocannabinoidi CBD, CBG e THC. E’ stato anche suggerito come antidoto all’intossicazione da THC. Cultivars ricche di questo terpenoide posso risultare utili nella sindrome da deficit attentivo, nell’asma e nella demenza.
ß – MIRCENE– è un olio essenziale che si trova in molte piante e frutti, come il timo, mango, prezzemolo, basilico, luppolo e pepe nero. Inibisce le citochine proinfiammatorie come l’IL1-ß. Inibisce la produzione di Ossido Nitrico da parte di condrociti umani, suggerendo un’azione condroprotettiva (protegge le cartilagini). Blocca gli effetti cancerogeni delle aflatossine e negli studi preclinici ha mostrato un importante effetto analgesico. Il ß-mircene ha un effetto sedativo ed ipnotico, quindi utile nei disturbi del sonno (azione mediata dai recettori α-adrenergici) – di solito è ricca di mircene la varietà “indica”. Negli animali ha mostrato un effetto miorilassante. Da un punto di vista antibatterico, il ß-mircene è in grado di inibire il biofilm batterico, causa di infezioni croniche o ricorrenti.
Effetto entourage: il ß-mircene aiuta i cannabinoidi e gli altri terpeni ad attraversare le membrane cellulari, potenziando così il loro effetto ed in particolare la saturazione dei recettori CB1 da parte del THC. Potenzia l’effetto antiossidante e neuroprotettivo del CBD e del THC. Varietà di cannabis ricche di questo terpene potrebbero essere particolarmente utili nei disturbi del sonno, negli spasmi muscolari, nel dolore e nei processi infiammatori.
α -LIMONENE – è il secondo terpene maggiormente presente in natura. Ha un aroma agrumato ed è massimamente presente nella scorza degli agrumi. Per via inalatoria, viene assorbito al 70%. Ha un blando effetto antinfiammatorio. Ha invece mostrato una certa azione analgesica, negli studi su animali. Aumenta il turnover metabolico della dopamina e della serotonina , soprattutto a livello dei recettori 5-HT1A, e in questo modo ha effetti ansiolitici e antidepressivi. Una fragranza ricca di α -limonene è stata in grado di avere un effetto antidepressivo in uno studio clinico. Possiede anche un effetto analgesico, grazie alla sua azione agonista sui recettori α2-adrenergici. Studi in vitro mostrano che è in grado di bloccare l’azione cancerogena del benzoantracene (un componente del catrame), riducendo così gli effetti negativi del fumo di sigaretta. L’ α- limonene attiva la fase II enzimatica di detossificazione da cancerogeni, oltre che indurre apoptosi nelle cellule tumorali.
Effetto entourage: l’α -limonene favorisce l’assorbimento di altri terpeni e dei fitocannabinoidi attraverso la cute, le membrane mucose e il tratto digestivo. Sinergizza con l’azione di CBD, CBG e THC. Varietà di cannabis ricche di α -limonene potrebbero essere particolarmente utili nei disturbi dell’umore, soprattutto nelle sindromi ansioso-depressive.
D- LINALOLO – ha un aroma molto gradevole, che ricorda la lavanda. Si trova in molti fiori e piante, tra cui agrumi, lavanda, legno di rosa e betulla. Il d-linalolo modula il GABA e il glutammato e ha effetti sedativi, ansiolitici e anticonvulsivanti. E’ un agonista del PPARα e quindi sostiene l’omeostasi energetica della cellula. Negli studi su animali, è stata dimostrata l’azione agonista sui recettori α-adrenergici, che ne fa un potenziale analgesico (azione simile al mentolo e alla procaina). Migliora le funzioni del sistema immunitario, normalizza il rapporto CD4/CD8, inibisce l’asse dello stress (HPA) e i relativi ormoni dello stress.
Effetto entourage: ha una importante funzione di antidoto nei confronti dei potenziali effetti ansiogenici del THC. Sinergizza con i fitocannabinoidi e CBD, CBG, THC, THCV e CBDV. Varietà di cannabis ricche di d-linalolo potrebbero essere particolarmente utili nell’epilessia, nell’ansia, nella depressione e nella sindrome post traumatica (PTSD).
TERPINEOLO – nella cannabis è presente con due isomeri, α-terpineolo e 4-terpineolo. Ha un aroma delicato, che si riscontra tra gli altri nel pino, eucalipto, tea tree, mela, cumino, salvia e rosmarino. Negli studi preclinici, il terpineolo ha mostrato un’azione antinfiammatoria – inibizione della IL-1 e delle COX-2 – e analgesica. Negli animali è stata in grado di ridurre la tolleranza alla morfina. In vitro, ha mostrato un effetto citotossico su sei linee cellulari tumorali umane: prostata, polmoni, mammella, leucociti e ovaio. Nei topi, l’inalazione di terpineolo ha mostrato un’azione rilassante sulla muscolatura bronchiale ed endoteliale. Inoltre, ha mostrato effetti antibatterici e antimicotici.
Effetto entourage: ha un possibile effetto di sinergia con i fitocannabinoidi nel ridurre la tolleranza agli oppioidi. Varietà di cannabis ricche di terpineolo potrebbero essere di aiuto nell’asma, nel dolore e nei processi infiammatori.
ß- CARIOFILLENE – ha un leggero aroma speziato e si ritrova per esempio nel pepe nero, origano, luppolo, rosmarino, cannella e chiodi di garofano. Nella cannabis è il sesquiterpene più comune e il terpene dominante dopo l’essicazione dei fiori. Il ß-cariofillene è agonista selettivo per il recettore CB2 e questo ne fa l’unico terpenoide capace di regolare il tono del sistema endocannabinoide. Ha un potente effetto antinfiammatorio (paragonabile a quello del desametasone) e analgesico, oltre che di neuromodulazione e immunomodulazione. Inoltre, ha mostrato effetti ansiolitici, antidepressivi. Utile nelle neuropatie.
Effetto entourage: il ß-cariofillene legandosi direttamente al recettore CB2, verosimilmente amplifica l’effetto dei fitocannabinoidi. Ha mostrato un effetto sinergico con CBD, THC, CBG, THCA e CBGA. Varietà ricche di questo terpene potrebbe essere utile nei processi infiammatori, nei disturbi autoimmuni e nel dolore.
α – UMULENE – noto anche come α-cariofillene è soprattutto conosciuto per conferire alla birra l’aroma di luppolo. Si trova quindi nel luppolo, ma anche nella cannella, menta, ginseng, tra gli altri. Esercita un importante effetto antinfiammatorio attraverso l’inibizione di IL-1ß, TNF-α, prostaglandine NO e COX-2. Negli animali ha mostrato un effetto antiallergico a livello delle vie respiratorie. E’ anche un soppressore dell’appetito e potrebbe essere utilizzato nelle diete dimagranti. L’azione antitumorale e citotossica sarebbe ascrivibile alla riduzione del glutatione ed un aumento dei radicali liberi.
Effetto entourage: l’α-umulene può antagonizzare l’effetto di stimolo della fame causato dal THC. Varietà di cannabis ricche di questo terpene potrebbero essere utili nella gestione delle allergie delle vie respiratorie.
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Dr Francesco Perugini Billi©copyright