da Francesco Perugini Billi | Dic 28, 2024 | senza categoria
Cos’è il sistema glinfatico?
Il sistema glinfatico è una rete di vie funzionali recentemente scoperta e che contribuisce alla rimozione dei rifiuti metabolici dal sistema nervoso centrale (SNC). Il termine “glinfatico” deriva dalla combinazione di “glia” (le cellule di supporto del SNC) e “linfatico” (che fa riferimento al sistema linfatico del corpo). Questo sistema, scoperto nel 2012 da Maiken Nedergaard e colleghi, opera principalmente durante il sonno e utilizza il liquido cerebrospinale (CSF) per trasportare i rifiuti dal sistema nervoso centrale verso i linfonodi cervicali e il sistema linfatico periferico.
Funzione del Sistema Glinfatico
- Rimozione dei Rifiuti Metabolici:
- Il sistema glinfatico elimina detriti cellulari, proteine tossiche come la beta-amiloide e altre sostanze metaboliche prodotte dai neuroni.
- Questo processo è cruciale per mantenere l’omeostasi cerebrale e prevenire l’accumulo di sostanze dannose.
- Flusso di Liquido Cerebrospinale (CSF):
- Il sistema utilizza il liquido cerebrospinale per trasportare i rifiuti dal cervello verso i vasi linfatici cervicali, dove vengono eliminati dal corpo.
- Ruolo del Sonno:
- La sua attività è significativamente aumentata durante il sonno, momento in cui le cellule cerebrali si restringono per lasciare spazio a un maggiore flusso di CSF.
- Il sonno profondo è essenziale per l’efficienza del sistema glinfatico.
- Supporto alle Funzioni Neurali:
- Il sistema glinfatico contribuisce anche alla distribuzione di nutrienti e molecole bioattive essenziali nel cervello.
CBD e Sistema Glinfatico
- Modulazione del Sonno
- Il sistema glinfatico è più attivo durante il sonno, e il cannabidiolo CBD ha dimostrato di migliorare la qualità del sonno riducendo l’ansia e promuovendo un rilassamento più profondo.
- Uno studio su modelli animali ha evidenziato che il CBD può migliorare il sonno REM, favorendo così l’efficienza del sistema glinfatico.
- Effetti Antinfiammatori
- L’infiammazione può ostacolare il funzionamento del sistema glinfatico. Il CBD, attraverso la modulazione delle citochine proinfiammatorie e l’attivazione dei recettori CB2, può contribuire a ridurre l’infiammazione a livello cerebrale, supportando il flusso glinfatico.
- Riduzione dello Stress Ossidativo:
- Lo stress ossidativo è un fattore che compromette il sistema glinfatico. Il CBD, con le sue proprietà antiossidanti, può proteggere il sistema nervoso centrale, promuovendo un ambiente favorevole per la rimozione dei rifiuti cerebrali.
- Protezione Neurovascolare:
- Il CBD migliora la funzione della barriera emato-encefalica, che è strettamente collegata al sistema glinfatico. Una barriera sana è essenziale per regolare il passaggio di liquidi e sostanze, facilitando il flusso glinfatico.
Applicazioni Potenziali
- Malattie Neurodegenerative
- L’attivazione e il supporto del sistema glinfatico attraverso il CBD possono essere utili per condizioni come l’Alzheimer, dove l’accumulo di proteine tossiche compromette la funzione cognitiva.
- Trauma Cranico e Edema Cerebrale
- In condizioni di trauma cranico, il sistema glinfatico può essere compromesso. Il CBD potrebbe facilitare il recupero migliorando il drenaggio glinfatico e riducendo l’infiammazione.
- Prevenzione del Declino Cognitivo
- Favorendo un miglior funzionamento del sistema glinfatico, il CBD potrebbe contribuire alla manutenzione della salute cerebrale nel tempo.
Conclusione
Il CBD rappresenta un promettente alleato nella modulazione del sistema glinfatico, con implicazioni che spaziano dal miglioramento della qualità del sonno alla prevenzione di malattie neurodegenerative. Sebbene i risultati siano incoraggianti, sono necessari ulteriori studi clinici per confermare l’efficacia del CBD e ottimizzarne l’uso in ambito terapeutico.
Bibliografia
- Babson, K. A., Sottile, J., & Morabito, D. Cannabis, cannabinoids, and sleep: a review of the literature. Current Psychiatry Reports, 2017, 19(4), 23.
- Hampson, A. J., Grimaldi, M., Axelrod, J., & Wink, D. Cannabidiol and Δ9-tetrahydrocannabinol are neuroprotective antioxidants. Proceedings of the National Academy of Sciences 1998, 95(14), 8268–8273.
- Iliff, J. J., Wang, M., Liao, Y., et al. A paravascular pathway facilitates CSF clearance of interstitial solutes from the brain. Science Translational Medicine, 2012, 4(147), 147ra111.
- Jessen, N. A., Munk, A. S., Lundgaard, I., & Nedergaard, M. The glymphatic system: A beginner’s guide. Neurochemical Research, 2015, 40(12), 2583-2599.
- Nedergaard, M., & Goldman, S. A. Glymphatic system: A beginner’s guide. Science, 2012, 340(6140), 1529-1533.
- Pazos, M. R., Mohammed, N., Lafuente, H., Santos, M., & Martínez-Pinilla, E. Mechanisms of cannabidiol neuroprotection in hypoxic-ischemic newborn pigs: Role of 5HT(1A) and CB2 receptors. Neuropharmacology, 2013, 71, 282–291.
- Xie, L., Kang, H., Xu, Q., et al. (2013). Sleep drives metabolite clearance from the adult brain. Science, 2013, 342(6156), 373–377.
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da Francesco Perugini Billi | Dic 28, 2024 | senza categoria
La lesione cerebrale traumatica (TBI) è un tipo di lesione cerebrale causata da una forza esterna o da un trauma alla testa. Si verifica quando un impatto o una scossa improvvisa interrompe la normale funzione del cervello.
La TBI rimane un dilemma clinico, in gran parte a causa dell’assenza di trattamenti efficaci. Il quadro è ulteriormente aggravato dalla difficoltà con cui i sottoprodotti metabolici intracranici dovuti al trauma sono drenati e al conseguente accumulo di proteine nocive.
Il sistema linfatico intracranico (sistema glinfatico*), che comprende i vasi linfatici meningei, è cruciale per la rimozione dei prodotti di scarto dal cervello. Dopo un TBI, l’accumulo di detriti cellulari e proteine può esacerbare il danno neuronale. Il CBD potrebbe facilitare il drenaggio di questi detriti attraverso il sistema linfatico, riducendo l’infiammazione e promuovendo la neuroprotezione.
Evidenze Precliniche:
In modelli murini di TBI, la somministrazione di CBD ha portato a:
- miglioramenti nelle prestazioni motorie e cognitive
- riduzione dell’edema cerebrale
- diminuzione dei marcatori infiammatori
Questi effetti sono stati associati ad un miglioramento del drenaggio linfatico intracranico, suggerendo che il CBD possa modulare positivamente questo sistema per facilitare la rimozione dei detriti post-trauma.
Considerazioni Cliniche:
Sebbene i risultati preclinici siano promettenti, sono necessari studi clinici per determinare l’efficacia e la sicurezza del CBD nel trattamento dei deficit neurologici post-TBI negli esseri umani. La comprensione del dosaggio ottimale, della tempistica di somministrazione e dei potenziali effetti collaterali è fondamentale prima di considerare il CBD come opzione terapeutica standard.
Conclusione:
Il CBD mostra potenziale nel migliorare i risultati neurologici dopo un TBI, possibilmente attraverso il miglioramento del drenaggio linfatico intracranico. Tuttavia, ulteriori ricerche sono essenziali per tradurre queste scoperte in applicazioni cliniche efficaci.
* Il sistema glinfatico è un sistema di rimozione di sostanze di scarto la cui esistenza è stata provata nel sistema nervoso centrale (SNC) dei mammiferi.
Bibliografia:
- Aychman, M. M., Goldman, D. L., & Kaplan, J. S. Cannabidiol’s neuroprotective properties and potential treatment of traumatic brain injuries. Frontiers in Neurology, 2023, 14, 1087011.
- Belardo, C., Iannotta, M., Boccella, S., et al. Oral Cannabidiol Prevents Allodynia and Neurological Dysfunctions in a Mouse Model of Mild Traumatic Brain Injury. Frontiers in Pharmacology, 2019, 10, 352.
- Dong S, et al. Cannabidiol Alleviates Neurological Deficits After Traumatic Brain Injury by Improving Intracranial Lymphatic Drainage. J Neurotrauma. 2024 Aug;41(15-16): e2009-e2025.
- Lins, B. R., Anyaegbu, C. C., Hellewell, S. C., et al. Cannabinoids in traumatic brain injury and related neuropathologies: preclinical and clinical research on endogenous, plant-derived, and synthetic compounds. Journal of Neuroinflammation, 2023, 20, 77.
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da Francesco Perugini Billi | Dic 14, 2024 | senza categoria
Il fattore neurotropico derivato dal cervello (BDNF) è stato definito “fertilizzante per il cervello”. È una sostanza che si trova nel cervello e che aiuta a mantenere vitali le cellule cerebrali, così come a farne crescere delle nuove.
Un tempo di credeva che il cervello dell’adulto, una volta sviluppatosi, fosse qualcosa di statico, mentre oggi si parla di NEUROPLASTICITA’ cioè la capacità del cervello di adattarsi, crescere e cambiare a seconda degli stimoli che riceve.
Il BDNF è ampiamente riconosciuto come un elemento chiave di questa capacità ‘plastica’ del cervello; il BDNF infatti stimola i neuroni a creare nuove connessioni.
Bassi livelli di BDNF sono stati associati a depressione, ansia, memoria scarsa e neurodegenerazione, come si osserva in condizioni come il morbo di Alzheimer e nella Demenza.
CBD e Modulazione del BDNF
Studi preclinici hanno evidenziato che il CBD può influenzare i livelli di BDNF in aree cerebrali critiche come l’ippocampo e la corteccia prefrontale. Queste regioni sono fondamentali per la regolazione dell’umore, della memoria e della neuroplasticità.
- Effetti del CBD sul BDNF nei modelli animali
- Uno studio ha dimostrato che una singola somministrazione di CBD produce effetti antidepressivi rapidi e duraturi nei ratti. Questo risultato è stato associato a un aumento dell’espressione del BDNF nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale.
- Ruolo del CBD nella plasticità sinaptica
- Il CBD non solo aumenta i livelli di BDNF, ma favorisce anche la plasticità sinaptica, come dimostrato dall’incremento di proteine sinaptiche quali la sinaptofisina e il PSD-95. Questi cambiamenti possono contribuire agli effetti neuroprotettivi del CBD.
Meccanismi d’Azione
Il CBD esercita i suoi effetti sul BDNF attraverso diversi meccanismi:
- Sistema endocannabinoide
Il CBD modula indirettamente i recettori CB1 e CB2 e aumenta i livelli di anandamide, influenzando così la segnalazione intracellulare correlata al BDNF.
- Recettori serotoninergici (5-HT1A)
Il CBD agisce come agonista parziale dei recettori 5-HT1A, i quali sono noti per stimolare l’espressione del BDNF, migliorando la neurogenesi e la plasticità neuronale.
- Riduzione dell’infiammazione
Poiché l’infiammazione cronica è correlata a una riduzione del BDNF, le proprietà antinfiammatorie del CBD possono indirettamente favorirne l’aumento.
Applicazioni Cliniche
L’aumento dei livelli di BDNF indotto dal CBD può avere implicazioni terapeutiche per una serie di condizioni neuropsichiatriche, tra cui:
- Depressione e ansia
Le persone con depressione spesso mostrano livelli ridotti di BDNF. Il CBD potrebbe contribuire a ripristinare la funzione neuronale.
- Disturbi neurodegenerativi:
Malattie come l’Alzheimer e il Parkinson, caratterizzate dalla perdita di neuroplasticità, potrebbero beneficiare dell’effetto modulante del CBD sul BDNF.
- Epilessia e danni cerebrali:
Il CBD, già approvato per alcune forme di epilessia, potrebbe agire attraverso l’aumento del BDNF per proteggere i neuroni dai danni.
Bibliografia
- Campos, A. C., Moreira, F. A., Gomes, F. V., Del Bel, E. A., & Guimarães, F. S. Multiple mechanisms involved in the large-spectrum therapeutic potential of cannabidiol in psychiatric disorders. Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences, 2012, 367(1607), 3364–3378.
- Rodrigues da Silva, N., et al. Cannabidiol and neurogenesis: The role of brain-derived neurotrophic factor. International Journal of Molecular Sciences, 2021, (4), 1863.
- Sales, A. J., Fogaça, M. V., Sartim, A. G., Pereira, V. S., Wegener, G., Guimarães, F. S., & Joca, S. R. L. Cannabidiol induces rapid and sustained antidepressant-like effects through increased BDNF signaling and synaptogenesis in prefrontal cortex. Molecular Neurobiology, 2019, 56(2), 1073–1085.
- Sartim, A. G., Guimarães, F. S., & Joca, S. R. L. Antidepressant-like effect of cannabidiol injection into the ventral medial prefrontal cortex—possible involvement of brain-derived neurotrophic factor. Molecular Neurobiology, 2019, 56(2), 1073–1085.
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da Francesco Perugini Billi | Dic 7, 2024 | senza categoria
L’osteoporosi è una patologia caratterizzata da una progressiva riduzione della densità minerale ossea, che aumenta il rischio di fratture. Negli ultimi anni, l’interesse scientifico si è focalizzato sul potenziale ruolo terapeutico della cannabis medicinale nel trattamento dell’osteoporosi.
CBD e salute delle ossa
Il sistema endocannabinoide (ECS), che include i recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2, svolge un ruolo nel rimodellamento osseo. L’attivazione di questi recettori influenza l’equilibrio tra osteoblasti (cellule che formano le ossa) e osteoclasti (cellule che riassorbono le ossa). CBD interagisce con il ECS, potenzialmente influenzando il metabolismo osseo.
Prove precliniche
Gli studi sugli animali hanno mostrato risultati promettenti per quanto riguarda l’impatto del CBD sulla salute delle ossa.
- Guarigione delle fratture: il trattamento con CBD ha migliorato la guarigione delle fratture nei ratti, suggerendo che possa promuovere la formazione e la forza dell’osso.
- Prevenzione della perdita ossea: in un modello di lesione del midollo spinale, il CBD ha impedito la perdita ossea e il deterioramento dell’osso trabecolare.
Prove cliniche
Gli studi clinici sugli effetti del CBD nel trattamento dell’osteoporosi sono limitati. In letteratura, vengono riportati due casi di donne in postmenopausa con osteopenia in cui il trattamento al CBD ha mostrato effetti positivi sui marcatori sierici del riassorbimento osseo.
Sicurezza e considerazioni
Mentre il CBD è generalmente considerato sicuro, anche se potrebbe interferire con l’effetto di alcuni farmaci. È fondamentale consultare i professionisti della salute prima di incorporare il CBD nei piani di trattamento dell’osteoporosi.
Conclusione
Studi preclinici suggeriscono che il CBD può influenzare positivamente la salute delle ossa, migliorando la guarigione delle fratture e prevenendo la perdita ossea. Tuttavia, sono necessari studi clinici solidi per stabilire la sua efficacia e sicurezza nel trattamento dell’osteoporosi. Fino a quando non saranno disponibili maggiori prove, il CBD può essere considerato come un approccio complementare sotto supervisione medica.
Bibliografia
- Raphael-Mizrahi, B., & Gabet, Y. The Cannabinoids Effect on Bone Formation and Bone Healing. Current Osteoporosis Reports, 2020, 18(4), 433–438.
- Ihejirika-Lomedico, R., et al. (2023). Non-psychoactive Cannabidiol Prevents Osteoporosis in an Animal Model and Increases Cell Viability, Proliferation, and Osteogenic Gene Expression in Human Skeletal Stem and Progenitor Cells. Calcified Tissue International, 2023, 112(6), 716–726.
- Kogan, N. M., et al. (2006). Cannabidiol, a major non-psychotropic cannabis constituent enhances fracture healing and stimulates lysyl hydroxylase activity in osteoblasts. Journal of Bone and Mineral Research, 2006, 21(11), 1685–1692.
- Oral Cannabidiol Treatment in Two Postmenopausal Women with Osteopenia: A Case Report. (2023). Cannabis and Cannabinoid Research.
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da Francesco Perugini Billi | Dic 7, 2024 | senza categoria
Il Disturbo Comportamentale del Sonno REM (RBD) è una parasonnia caratterizzata dalla perdita dell’atonia muscolare durante la fase REM del sonno e porta a movimenti motori vigorosi e vocalizzazioni che riflettono i contenuti onirici. Questo disturbo è frequentemente osservato nei pazienti affetti da Malattia di Parkinson (PD) e può precedere l’insorgenza dei sintomi motori tipici della patologia.
Il cannabidiolo (CBD), un composto non psicoattivo della pianta di cannabis, ha suscitato interesse per le sue potenziali proprietà terapeutiche in diverse condizioni neurologiche, incluso l’RBD associato al Parkinson.
Evidenze Scientifiche sull’Utilizzo del CBD nell’RBD associato al Parkinson
- Uno studio ha valutato gli effetti del CBD su pazienti con PD affetti da RBD. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione della frequenza degli episodi comportamentali del sonno REM nei pazienti trattati con CBD, suggerendo un potenziale beneficio terapeutico.
- Sono stati riportati 4 casi di pazienti con Parkinson, che di notte manifestavano i sintomi dell’ RBD: imprecare, parlare, urlare, calciare, spintonare, gesticolare, ridere e sferrare pugni. Nelle 6 settimane di cura con CBD (dai 75mg ai 300mg al giorno) i sintomi si sono rarefatti o scomparsi del tutto. Con la sospensione del CBD, i movimenti complessi RBD sono ritornati, con la stessa frequenza e intensità di prima, a dimostrazione dell’innegabile effetto del CBD.
È interessante notare che l’ RBD è considerato come sintomo prodromico della malattia di Parkinson, che può precedere l’insorgenza dei sintomi motori molti decenni prima. Il CBD ha già dimostrato un effetto neuroprotettivi nei modelli animali di PD, e questa serie di casi conferma il potenziale beneficio del CBD nel trattamento dell’ RBD nel PD.
Meccanismo d’Azione del CBD nell’RBD
Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide, modulando l’attività dei recettori cannabinoidi nel sistema nervoso centrale. Questa interazione potrebbe contribuire alla regolazione dei cicli sonno-veglia e alla modulazione dell’attività motoria durante il sonno, riducendo così gli episodi di RBD.
Conclusioni
Nonostante le sue limitazioni intrinseche, questa serie di casi clinici indica che il CBD è in grado di controllare i sintomi della RBD. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare gli effetti potenzialmente benefici del CBD nel trattamento della RBD nei pazienti con PD
Bibliografia
- Chagas, M. H. N., et al. Cannabidiol can improve complex sleep-related behaviours associated with rapid eye movement sleep behaviour disorder in Parkinson’s disease patients: a case series. Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics, 2014, 39(5), 564-566.
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