Dolore cronico
La terapia con cannabis medicinale per la gestione del dolore sta guadagnando sempre più attenzione nel campo medico, grazie ai potenziali benefici nel trattamento di condizioni dolorose croniche e difficili da gestire con i farmaci convenzionali.
Il dolore cronico è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di dolore che persiste per un periodo prolungato, generalmente per più di 3-6 mesi, o che continua oltre il normale tempo di guarigione di una lesione o malattia. A differenza del dolore acuto, che è una risposta immediata e temporanea a un danno o a una lesione, il dolore cronico è spesso persistente e può non avere una causa identificabile, continuando a influire negativamente sulla qualità della vita della persona affetta.
E’ bene specificare, che Il dolore cronico non è un dolore acuto che dura più a lungo, ma è un nuovo processo di apprendimento da parte del SNC. Il cervello si connette in modo nuovo, sposta l’attività corticale dalla percezione nocicettiva a quella della sofferenza emotiva. Quindi, il dolore cronico non è la percezione del dolore nocicettivo che dura per lungo tempo, ma è una sofferenza emotiva cronica. Vengono impegnate le aree cerebrali dell’attenzione e della concentrazione (pre-frontale, post-parietale).
Cannabis medicinale nella terapia del dolore
La cannabis medicinale è sempre più riconosciuta come un’opzione terapeutica per la gestione del dolore cronico. Questa condizione debilitante può essere causata da diverse patologie, come neuropatia, artrite, dolore oncologico e disturbi muscoloscheletrici. La cannabis medicinale offre una potenziale alternativa o complemento ai trattamenti convenzionali, come gli oppioidi, che possono causare dipendenza o altri gravi effetti collaterali. Ecco un approfondimento del ruolo della cannabis medicinale nella gestione del dolore cronico, con riferimenti bibliografici.
Meccanismo d’Azione della Cannabis Medicinale
Il sistema endocannabinoide (ECS) è essenziale per la regolazione di molte funzioni corporee, inclusa la percezione del dolore, l’infiammazione e il sonno. I principali composti attivi della cannabis, il THC e il CBD, interagiscono con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, modulando la percezione del dolore.
- THC (tetraidrocannabinolo): agisce sui recettori CB1 nel sistema nervoso centrale, alterando la trasmissione del dolore. Ha anche effetti rilassanti e psicoattivi, che possono aiutare i pazienti con dolore cronico a migliorare la loro qualità di vita.
- CBD (cannabidiolo): non psicoattivo, agisce prevalentemente sui recettori CB2, che si trovano nel sistema immunitario e nei tessuti periferici. Il CBD ha proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive, contribuendo a ridurre il dolore senza effetti psicoattivi.
Tipologie di Dolore Cronico che potrebbero trarre giovamento dall’integrazione con cannabis medicinale
- Dolore neuropatico: si verifica quando i nervi sono danneggiati o disfunzionali. Studi hanno dimostrato che la cannabis può ridurre il dolore neuropatico, spesso resistente ai trattamenti convenzionali.
- Dolore nocicettivo infiammatorio: la cannabis può ridurre l’infiammazione e, di conseguenza, il dolore associato a malattie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide.
- Dolore oncologico: i pazienti con cancro che soffrono di dolore cronico spesso trovano sollievo con la cannabis medicinale, soprattutto quando altri farmaci non sono efficaci o provocano effetti collaterali debilitanti.
- Dolore nociplastico: dolore centrale o centralizzato, caratterizzato da disturbi centrali dell’elaborazione del dolore (iperalgesia, allodinia diffusa). Non c’è lesione del sistema nervoso, ma una distorta percezione degli stimoli dolorosi. Tipico della fibromialgia.
Alcuni studi Scientifici sulla Cannabis Medicinale e il Dolore Cronico
I risultati degli studi scientifici non sono sempre a favore dell’efficacia della cannabis nella gestione del dolore. Questo è verosimilmente dovuto alla notevole disomogeneità delle metodiche di ricerca e dalla variabilità della tipologia di cannabis utilizzata e dei metodi di assunzione.
- In uno studio inglese del 2021 l’uso orale della cannabis è stato associato ad una riduzione del 20% del dolore e ad un miglioramento del 30% della funzionalità articolare e della qualità del sonno (indipendentemente dal tipo di dolore).
- Uno studio osservazione del 2022, che ha coinvolto 2500 pazienti, ha mostrato un significativo effetto della cannabis nel migliorare il dolore, la mobilità, il sonno, la depressione, l’ansia e in generale la qualità della vita. Almeno il 16% dei pazienti è stato in grado di ridurre il ricorso agli oppiacei.
- Studio su Dolore Neuropatico Cronico (2015): una revisione sistematica ha analizzato i dati di 28 studi clinici sull’uso della cannabis per il dolore cronico. La cannabis ha dimostrato di ridurre il dolore neuropatico in modo significativo rispetto ai placebo. Lo studio ha concluso che esistono prove di moderata qualità sull’efficacia della cannabis per il trattamento del dolore neuropatico cronico.
- Cannabis Medicinale e Artrite (2018): ha esaminato l’uso della cannabis nel trattamento del dolore infiammatorio legato all’artrite reumatoide. Lo studio ha evidenziato che il CBD può ridurre il dolore e l’infiammazione articolare in modelli animali e che potrebbe rappresentare un trattamento complementare nei pazienti con artrite.
- Studio su Dolore Oncologico (2019): una ricerca ha dimostrato che i cannabinoidi possono ridurre il dolore nei pazienti oncologici che non rispondono bene agli oppioidi. L’associazione di THC e CBD è stata più efficace rispetto all’uso esclusivo di oppioidi nella gestione del dolore oncologico.
Conclusioni
La cannabis medicinale offre un potenziale promettente per la gestione del dolore cronico, in particolare per i pazienti che non rispondono bene ai farmaci tradizionali o che desiderano ridurre l’uso di oppioidi. Gli studi dimostrano che i cannabinoidi, in particolare il CBD e il THC, possono alleviare il dolore neuropatico, infiammatorio e oncologico, migliorando la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, il dolore cronico ha un aspetto estremamente personale e può dipendere da fattori genetici, epigenetici, patobiografici. Questo influenza grandemente le differenze individuali nell’espressione del Sistema Endocannabinoide. E’ comunque imprescindibile consultare un medico, che valuterà di volta in volta la strategia terapeutica migliore.
Riferimenti Bibliografici
- Karst M. (2024) Overview: Chronic Pain and Cannabis-based Medicines. Pharmacopsychiatry; 57;57:152-159.
- Whiting, P. F. et al. (2015). Cannabinoids for Medical Use: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA, 313(24), 2456–2473.